FAVOLE DELLA DITTATURA ovvero COME ALLA NIKE HANNO CAPITO COME GIRA LA FACCENDA

(Attenzione: Recensione di scarpe neutre. Pronatori alla larga).

Al mondo, ogni sacrosanta mattina, si svegliano due tipi di persone: quelle che credono alle favole e quelle che le favole le scrivono e le raccontano.All’uomo piace credere alle favole, perché la speranza che vi risiede è un po’ quella nascosta in ognuno di noi.
Ed proprio qui la potenza della favola: prende quella speranza e le dà vita.


Tutti i giorni alla Nike pensano ad un modo diverso per raccontarti la stessa favola.
Guardate che non è semplice.
Pensate ad una cosa essenziale come la scarpa.
Cacchio, la scarpa è qualche decina di centimetri di tessuto attaccati ad una suola, mica un teorema algebrico.


Eppure questi sono più di 50 anni che raccontano alla gente come sia possibile che ogni singolo modello sia differente dagli altri.
E il bello è che da allora decidono il mercato, quindi devono per forza essere bravi a creare e raccontare le loro favole.


Quando nel 1950 un giovane Leonardo Sciascia scriveva “Le Favole della Dittatura” chiamava in causa alcune delle novelle più famose della storia avendo bene in mente il regime fascista appena concluso… ma se Sciascia fosse stato giovane adesso, in mezzo a multinazionali e internet… in mezzo ad Apple, Nike ed Adidas… di quale regime starebbe parlando con quelle favole?


Quella della Nike è una dittatura amici cari, come tante altre.
L’uso sistematico dell’altrui debolezza, non è forse questa una dittatura?
In fondo chi acquista è debole. Manipolato dall’altrui artifizio, spodestato dalla ragione di intendere e volere.
La nuova schiuma React: più morbida, più elastica, più leggera“.
Ecco come emozionare un runner. Come vederlo in fila davanti ai negozi.


A scatenare questa caterva di pensieri sovversivi in una mattinata di sole sbiadito non è stato un bicchiere di whisky a colazione, come invece potrebbe sembrare, ma una corsa con l’ennesimo paio di Nike.


Ho addosso le Epic React Flyknit.
A fianco ad esse sto osservando le Odyssey React, con cui ho corso ieri.
Appena sotto ho voluto piazzare le mie Lunar Epic Flyknit 2 con a fianco due paia di Pegasus: le 33 e le 34.


Sono in contemplazione. Penso.


Se vogliamo recuperare l’incipit, sono favole che parlano tutte dello stesso argomento.
Modelli differenti che promettono sempre più ammortizzazione, più velocità e performance, contenendo i grammi pro-capite.


A partire dalla Pegasus 34 alla Nike hanno cambiato politica (o podologo forse)… insomma hanno deciso che il piede da tutelare ha determinate caratteristiche: è lungo e stretto.
Quindi se avete il piede lungo e stretto EVVIVA.
Per tutti gli altri un lungo respiro e passare più tardi.


La spiegazione di questo approccio sta nel fallimento della precedente ragion di stato: il natural running.


La pippa del Natural Running, in voga fino a poco fa, con la calzata comoda in avampiede, le dita “libere”, che ha portato con sè tutta la famiglia “NIKE FREE” e una serie di aggiustamenti vari alle calzate di tutte le “Running Shoes” della casa dell’Oregon, è durata il tempo di un paio di infortuni: quelli a cui sono andati incontro tutti quelli che hanno avuto la pretesa di correre con queste favole in testa (vedete? siamo sempre lì).


Adesso che anche quelli che hanno smaltito il secondo infortunio si sono accorti che forse “si stava meglio quando si stava peggio”, la Nike è tornata a modelli con avampiedi più stretti e gomme più toniche e responsive… a sottolineare che la favola del momento è sempre quella più confacente alle richieste.


Da questo punto di vista la LUNAR EPIC 2 FLYKNIT è una scarpa vecchia.
È la nonna delle presenti: morbida e cicciona, con le sue vorticose spirali LUNARLON che formano la suola e, ACHTUNG BITTE, la soletta che nasconde un inesorabile segreto dietro di essa (voltatela, vi prego), ovvero la scritta NIKE FREE.


recensione nike: lunar epic 2 flyknit

Eh sì.
Stiamo parlando praticamente di una Nike Free iper-protettiva.
Però sia chiaro, l’anziana signora fa il suo dovere.
È la ciabattona della domenica, quella dei lunghi lenti, comoda come un divano.
È ovvio che a vostra nonna non potete chiedere di essere reattiva perché alla poveretta saltano le articolazioni.
Non chiedetele nemmeno di essere “contenitiva”, eh no, le nonne da sempre vi fanno fare quello che volete… il flyknit non contiene nulla, al massimo “accompagna”, quindi per cambi di direzione e di velocità repentini cercate altrove perché qui il piede va un po’ dove gli pare.


Però se:

1. I vostri percorsi sono rettilinei
2. Avete la pianta del piede tendente alla taglia L
3. State cercando un cuscino dove addormentare i piedi durante i lunghi
4. Volete un rapporto qualità/prezzo TOP (la trovate super-scontata ovunque…)

…la nonna fa al caso vostro.

Potete anche andarci in giro, passeggiarci, è comodissima, fidatevi.
Non usatela per nient’altro oltre questo però. No lavori medi o veloci, please, fa più male che bene.


Da questa “tabaccaia felliniana” in gomma passiamo a quella che nel ramo familiare è la sua discendente diretta, ovvero la EPIC REACT.


recensione nike: epic react

La EPIC è la nipote palestrata.
Quella che fa cross-fit, super tonica e anche un filo abbronzata (se riuscite ad immaginare una scarpa abbronzata).
Ha mantenuto il cognome della nonna, ma questa, del soffice e “addormentato” lunar non ha più niente.
Ha invece un bel po’ di REACT, nel vero senso del termine.
Questa schiuma nuova di NIKE è caffeina in polimeri.
Un filo più leggera del Lunarlon (250 grammi il 10,5 US contro i 265 della parente), non così “cuscinosa” ma DECISAMENTE più responsiva, risponde assolutamente ai canoni attuali di richiesta del mercato.


La ragazza spinge forte quando glielo si chiede e sostiene quando le andature rallentano.
È un altro feeling. Stiamo parlando di una scarpa con cui è grossolanamente possibile fare tutto.
Una all-around.


C’è da dire inoltre che la suola affusolata in questo caso non da fastidio a chi ha la pianta del piede più larga, perché avendo “l’upper” in flyknit (più denso sui lati della scarpa a differenza del precedente modello Lunarepic), da’ alle dita la possibilità di muoversi, quindi stringe, ma non costringe.
La sensazione generale è ottima.


DIFETTUCCIO: occhio a tutti quelli che soffrono di tendiniti dell’achilleo. Dovendo dare un minimo contrasto alla morbidezza del flyknit la NIKE ha piazzato nel tallone una coppa piuttosto dura. È ben mascherata, sia chiaro, perché arriva fino ai 2/3 del tallone, quindi lascia la parte più alta, dove il tendine è in evidenza, avvolta nel flyknit.
D’altronde da qualche parte un minimo di stabilità dovevano mettergliela a sta poveretta… e comunque anche la “nonna lunar” ha lo stesso problema.


Un dettaglio tecnico/estetico super paraculo: la suola viene fornita “già consumata” in zona mesopiede sulle parti esterne destra e sinistra.
È una sorta di furbata dell’azienda che vuole pararsi il fondoschiena dai segni dell’usura su questo tipo di gomma.
Avete presente quando ad un certo punto ai jeans fecero il famoso “Stone Washed” che ti faceva il jeans già usurato fin dalla nascita?
Ecco, una cosa simile.
Dicono che la gomma React duri più di 10 pile Duracell… ma personalmente ho i miei dubbi.
In romagna la chiamiamo “coda di paglia”.
Ma se volete facciamo finta che sia una figata…e chiudiamo un occhio anche su questa favola.


IL RESTO…


Se a questo punto volete la verità-nuda-cruda-sporca-maledetta… fra la Epic e la Odyssey c’è una unica e sola differenza: il flyknit.
Quindi calzerà bene la Odissey chi ha la pianta stretta perché in questo caso la tomaia non da spazio, non c’è il flyknit a “concedere”.


recensione nike: odissey

Questo aspetto toglie alla calzatura il “tallone ingessato” della sorella e la paura del tendine a rischio.


Per il resto STIAMO PARLANDO DELLA STESSA SCARPA. UGUALE. IDENTICA.


Però vedete… ora mi appello alla proprietà transitiva: SE QUALCUNO A OCCHI CHIUSI TROVA DIFFERENZE RILEVANTI FRA LA ODYSSEY E UNA PEGASUS 34… mi scriva pure.


Nel senso: per quale motivo io dovrei spendere mezzo capitale per comprare una Odyssey quando a meno di 70 euro trovo una scarpa che ha caratteristiche e calzata praticamente identiche?!


Volete differenze? Sì, finezze… avete presente un cd e un mp3 320 kbps ascoltati su un impianto casalingo? Ecco… stessa cosa.


Se poi i virtuosi ci trovano una leggera differenza a livello di suola sono pronto a dar loro tutte le ragioni del mondo… EPIC non è ZOOM…. ma di cosa stiamo parlando? Correte coi nomi o con le gambe?
Sfumature.
E comunque ne riparliamo dopo almeno 250 km.


“Quindi ci stai dicendo che una Odyssey React è uguale ad una Pegasus 34?”


Sì. Compratevi una Pegasus.


“Quindi ci stai dicendo anche che fra Pegasus 34 e Epic React Flyknit non c’è differenza…”


NO. La differenza c’è. La Epic React ha il Flyknit e calza molto meno rigida (a parte sul tallone, ma è da provare).
Questo la rende una scarpa DIVERSA. Inoltre ha un’estetica che la rende pressoché unica.
Poi sulla comodità ognuno giudichi da sè. Sono entrambe modelli molto comodi.


Prima di chiudere vorrei affrontare una questione per me drammatica:
la Pegasus 33… una scarpa che aveva raccolto il jackpot di pregi… è stata modificata in maniera finemente bieca e sotterranea.


recensione nike: pegasus 33

TEST:
osservate una Pegasus 33 e una 34.
Esse vi appariranno IDENTICHE.
Tirate fuori la soletta, essa vi apparirà IDENTICA all’altra.
Tutto uguale!!!
Eppure, quando calzerete queste scarpe, nei piedi saranno diverse.


Perché? Solo guardando molto attentamente è possibile accorgersene.
Il motivo è quello che spiegavo prima: il cambio di politica del piede.
Ad un certo punto alla NIKE hanno deciso che il piede più “POP”, è affusolato.
Pertanto la 34 è una scarpa “NEW POLITIK”, un filo più a punta della 33.


recensione nike: pegasus 34

Il che, ripeto, è come un granitico “FUCK” ai possessori di pianta larga.
Se non è dittatura questa…
Prendete e portate a casa.


CONCLUSIONI

Se non vi interessa essere all’ultimissima moda, avete una pianta importante e volete una scarpa con cui fare tutto, cercate una Pegasus 33.
Lo so, è vecchia e ne sono rimaste poche in giro… ma ancora se ne trovano.
Ragazzi: poca spesa/molta resa… E poi è una scelta anarchica.
Alla faccia delle multinazionali. Siete dei fighi.


Se volete la stessa cosa ma avete una pianta stretta, andrà comunque benone la 34.
Per colpa della vostra pianta siete meno anarchici in questo momento, ma fa niente.


Fate una enorme CROCE sulla Odyssey React. 
Per quello che è e che costa NON HA SENSO DI ESISTERE.
Poi probabilmente sarà la più venduta per pensieri che oggi mi sfuggono.
Ma io sono un anarchico amatore della Pegasus 33, per la Nike oggi sono ininfluente. 


Se avete denaro da spendere e volete una scarpa attualissima con cui coprire il 99% dei vs allenamenti la EPIC REACT è la vostra scelta migliore.
È un acquisto concedibile, è una bella scarpa e visivamente è differente.


Non dimenticate però gli anziani a buon prezzo.
Se avete bisogno di un cuscinone per i vostri lunghi c’è la nonna che vi aspetta a braccia aperte. Lunar Epic 2 Flyknit.
Anche qui rapporto spesa/resa in questo momento, top.


Va be’.
Vi sarete accorti che anche io ho raccontato tante favole oggi.


“Così continuiamo a remare, barche contro corrente,
risospinti senza posa nel passato”.


Che non vuol dire un cacchio.


Ma mi piaceva il finale epico.


Alla prossima.

D.