I tre consigli per migliorare la performance nei diecimila se li corri in meno di 35'

  • DANIELE LUCCHI

INTRODUZIONE

Dieci chilometri sono una distanza abbordabile da chiunque.

Ma non siamo qui per confrontarci con “chiunque”.

Nel tuo preciso caso non si parla più di scherzare. Sei su tempi che il 95% dei podisti si sogna.

Mentre per tutti gli altri posso spendermi in consigli di vario tipo, con te è tutto molto più difficile, perché avrai già raggiunto uno stato di allenamento ben preciso, che non si migliora con i consigli generici che puoi dare a chi ama la corsa.

CONSIGLIO NUMERO UNO

Ecco perché il mio primo grande suggerimento è certamente quello di affidarti ad un coach che possa inquadrarti ed indirizzarti direttamente sugli stimoli necessari al tuo miglioramento.

Serve sapere da dove provieni, come ti alleni adesso, quali stimoli ti hanno procurato i tuoi personal best, quale tipo di problemi hai durante le preparazioni ed una serie piuttosto lunga di domande molto importanti che sono utilissime ad un tecnico per capire cosa ti serve per costruire un risultato sopra le righe.

Torniamo alla gara e diamo un’occhiata all’aspetto tattico.

La norma fondamentale di buon senso che regola la buona riuscita della gara sarebbe quella di prediligere un’impostazione che ti permetta di avere una buona dose di energie da spendere nella seconda parte di gara.

L’aspetto competitivo del runner, spessissimo, se non è bene indirizzato, gioca a sfavore della performance. Non per niente a certi livelli non vince l’atleta più forte ma quello che mischia più sapientemente velocità ed intelligenza.

Com’è il tuo approccio alla gara? Sei uno che studia il percorso e sa dosare il ritmo per poi attaccare nei punti strategici?

Cerchi di stare nel gruppo di testa il più possibile indipendentemente dal ritmo che viene tenuto, dal vento, dal terreno, insomma “chiudi la vena e vai”?

Sapere come sei può aprire strade per lavorare su questo aspetto fondamentale.

Questo è importante a prescindere.

Più ti conosci e sei in grado di percepire i tuoi difetti, più è possibile che questi stessi difetti si trasformino in punti di forza.

CONSIGLIO NUMERO DUE

A questo pro, ecco il mio secondo consiglio: non sottovalutare l’aspetto tattico. Ti assicuro che PUÒ FARE LA DIFFERENZA.

Al tuo livello, inoltre, devi saper gestire un ritmo alto dall’inizio alla fine, con cambi di velocità che possano permetterti di attaccare e passare avversari in momenti ben precisi della gara.

Per questo esiste anche un lavoro di supporto all’aspetto tattico stesso, che, per i migliori, non bisogna mai lasciare da parte durante gli allenamenti.

CONSIGLIO NUMERO TRE

Il terzo consiglio si collega direttamente a questo: la cura della capacità anaerobica è lo scalino in più da fare nella maggior parte degli atleti avanzati come te, abituati quasi sempre a curare soltanto l’aspetto aerobico.

Da parte mia, per esempio, in alcuni periodi, inserisco dei lavori molto specifici di resistenza alla forza che adatto in base alle lacune di ogni atleta. Questi lavori aumentano il livello generale di rendimento e sono, ovviamente, da controbilanciare con lavori aerobici adatti.

È l’equilibrio fra queste due componenti che porta risultati. Hai mai osservato le cose da questo punto di vista? La performance come bilanciamento di due forze (capacità aerobica vs anaerobica) contrapposte?

Non dimenticare che questa è solo una possibile visione di ciò a cui porre attenzione per migliorare. Una visione generica e certamente non personalizzata. Ma non posso permettermi altro in questo caso, visto che non ho il piacere di conoscerti.

Pertanto cerco di rendermi utile con ciò che di più concreto ti posso trasmettere.

Concludo il mio discorso: non scordare tutta la parte di supporto a ciò che fai. “L’allenamento all’allenamento”.

Stiamo parlando di aspetti indispensabili: riscaldamento dinamico prima di ogni seduta, stretching statico mirato a cui far seguire lavori di stabilità del core e delle principali articolazioni almeno un paio di volte a settimana.

Ricorda in fine che saltare un allenamento non è mai un problema.

I problemi di lavoro e/o di salute ci possono essere e fanno parte del gioco. Meglio sempre saltare un allenamento che farlo male o farlo a metà e portarsi dietro strascichi di stanchezza che potrebbero condizionarti negativamente nei periodi a venire.

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