{"id":534,"date":"2018-11-12T17:18:27","date_gmt":"2018-11-12T16:18:27","guid":{"rendered":"https:\/\/www.project-ares.com\/?p=534"},"modified":"2020-08-21T12:16:36","modified_gmt":"2020-08-21T10:16:36","slug":"il-metodo-ecb-parte-1","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/www.project-ares.com\/blogs\/news\/il-metodo-ecb-parte-1\/","title":{"rendered":"Il Metodo ECB – Parte 1"},"content":{"rendered":"\n

L\u2019allenamento \u00e8 la risposta del nostro corpo ad una tipologia di stimolo fisico<\/strong>: questa \u00e8 la premessa.<\/p>\n\n\n\n

Quando voglio \u201callenarmi\u201d devo quindi combinare una serie di stimoli che mettano per prima cosa in crisi il mio sistema.<\/p>\n\n\n\n

La super-compensazione che ne deriva, l\u2019adattamento allo stimolo, \u00e8 l\u2019allenamento.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n


<\/p>\n\n\n\n

A volte mi piace usare la matematica per vedere le cose.<\/p>\n\n\n\n

Se immagino il valore sportivo assoluto di un atleta sotto forma di numero, posso pensare alla sua vita sportiva come ad una lunghissima operazione matematica fatta di sottrazioni (stimolo) ed addizioni (super-compensazione) e a quel numero come il risultato attuale di tutta quella lunghissima sfilza di operazioni.<\/p>\n\n\n\n

Ma se \u00e8 vero che esistono atleti di livello mondiale e amatori che a parit\u00e0 di distanza gareggiano su altri livelli\u2026 \u00e8 palese che esistono numeri assoluti diversi. Milioni di numeri diversi. Miliardi.<\/p>\n\n\n\n
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Eppure, prova a pensarci, dopotutto, anche con tutta la fantasia del mondo, gli stimoli proposti ad uno sportivo, i cosiddetti \u201clavori\u201d, quanti potranno essere?<\/p>\n\n\n\n

Prova a leggere un qualsiasi libro di scienza e teoria dell\u2019allenamento riguardante per esempio il running.<\/p>\n\n\n\n

Noterai che i lavori proposti si contano sulle dita di 2 mani.<\/p>\n\n\n\n

Poi magari ci saranno quelli pi\u00f9 bravi a mischiarli e rimetterli insieme\u2026 ma quanti ne sommeranno\u2026 il doppio forse? Il triplo? Rimane un numero assolutamente quantificabile.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Cosa differenzia cos\u00ec tanto quell\u2019insieme di risultati?<\/em><\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

PERCH\u00c9 SIAMO TUTTI DIVERSI. \u00c8 QUESTA DIVERSIT\u00c0 CHE FA LA DIFFERENZA.<\/p>\n\n\n\n
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Per assurdo: se io prendo due persone geneticamente identiche che fanno lavori diversi, uno il muratore e l\u2019altro il bancario, e li metto dentro un campo di atletica invitandoli a  fare tre giri a tutta birra, succeder\u00e0 probabilmente che il muratore dar\u00e0 diversi secondi al bancario.<\/p>\n\n\n\n

E se a questo bancario diamo invece una passione per il calcetto? Beh, le cose potrebbero cambiare. E se al muratore lo facciamo pedalare per due ore due volte a settimana? Nuova situazione ancora.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Possiamo continuare per ore aggiungendo fattori.<\/p>\n\n\n\n

Fattore = un qualsiasi tipo di attivit\u00e0 che possa indurre un adattamento.<\/strong><\/p>\n\n\n\n

<\/strong><\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Sai perch\u00e9 chi sta seduto 8 ore al giorno ha spesso mal di schiena e le anche bloccate? Perch\u00e9 sono adattamenti indotti da quella costante posizione.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n
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In poche parole OGNI VOLTA CHE INDUCO UNO STIMOLO PRODUCO UNA RISPOSTA.<\/p>\n\n\n\n

Ma arriviamo direttamente in fondo a questo pensiero: quando taglio il traguardo di una gara al termine di 12 settimane di fatiche avr\u00f2 prodotto adattamenti su me stesso\/a tali da rendermi un uomo (o una donna) diverso\/a. E da l\u00ec in avanti AVR\u00d2 BISOGNO DI STIMOLI DIFFERENTI PER MIGLIORARE.<\/p>\n\n\n\n

Quindi, se ci pensi, un programma di allenamento non \u00e8 mai veramente valido una seconda volta.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Durante la mia vita da studente\/studioso appassionato di fisiologia dello sport ho sempre avuto a cuore un principio fondamentale del carico di allenamento: quello del carico individualizzato<\/strong>, che \u00e8 poi il riassunto di tutto quello che ho scritto sino ad ora.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Ogni stimolo biologico deve essere individualizzato in base alle caratteristiche del singolo atleta e modificato mano a mano che l\u2019atleta lo assimila per indurre sempre nuovi adattamenti<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Una fredda affermazione. Immobile.<\/p>\n\n\n\n

Per diverso tempo ho cercato di trovare una interpretazione pi\u00f9 \u201cmovimentata\u201d che con poco mi potesse dare un riassunto di ci\u00f2 che cercavo di esprimere.<\/p>\n\n\n\n

Da qui la valutazione che una \u201cestensione\u201d delle caratteristiche di base dell\u2019atleta, (una base sempre differente!) potesse essere un modo diverso per approcciarla.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Con i giovani \u00e8 facile: un giovane \u00e8 ricettivo, pronto, ha una risposta ed un recupero formidabile, aiutato da un impianto ormonale che rema a favore. Le basi qui possono cambiare in fretta, i piani di allenamento tuttavia devono distribuirsi in maniera inversamente proporzionale: un giovane ha bisogno di una crescita lenta, di una estensione delle sue caratteristiche a 360 gradi (soprattutto fino ai 21 anni) che lo porti ad una vera specializzazione in et\u00e0 pi\u00f9 matura.<\/p>\n\n\n\n
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Cosa succede invece se il soggetto \u00e8 un atleta over 35 con un lavoro, una famiglia e un quantitativo di stress basale che gi\u00e0 senza sport \u00e8 a \u201cmet\u00e0 della bottiglia\u201d? E se questo atleta poi, come tantissimi altri, viene da un passato sportivo diverso dal running?<\/p>\n\n\n\n

Mi sono accorto che molto spesso se riportavo gli allenamenti tipici del mezzofondo su dei master (oltre i 35) che \u201cnon avevano il running nel sangue\u201d, dal frutto usciva poco succo e pi\u00f9 che altro, molto spesso, raggiungevo una criticit\u00e0 di stress che puntava dritto verso l\u2019overtraining e l\u2019infortunio.<\/p>\n\n\n\n

Bisognava accompagnarli all\u2019interno di un mondo diverso con una pistola nelle mani, non con una puntata alle tempie.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Ecco che l\u2019estensione delle caratteristiche di base ha trovato la sua massima applicazione: portare un atleta alla performance desiderata inducendo stimoli che il suo corpo leggeva come \u201cnon lo conosco ma lo so fare<\/strong>\u201d ha dato molti pi\u00f9 risultati positivi rispetto ad un approccio classico.<\/p>\n\n\n\n

Alcune volte NETTAMENTE pi\u00f9 positivi.<\/p>\n\n\n\n

Anche dal punto di vista della salute generale dell\u2019atleta e del suo rendimento nella vita.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Devo altres\u00ec dire che mi \u00e8 capitato di trovarmi di fronte ad atleti \u201canziani\u201d che tuttavia dimostravano che il recupero ad uno stimolo anche intenso non era poi un grosso problema e che il loro sistema poteva ancora assorbire un notevole grado di criticit\u00e0 a livello di fatica imposta.<\/p>\n\n\n\n

Questo perch\u00e9 non \u00e8 tanto l\u2019et\u00e0 anagrafica che pesa sulle spalle di chi pratica sport, bens\u00ec l\u2019et\u00e0 biologica che fa la reale differenza<\/strong>.<\/p>\n\n\n\n

Ecco che in questo caso \u00e8 necessario valutare bene quale sia \u201cla biologia\u201d che abbiamo di fronte.<\/p>\n\n\n\n

\u00c8 sempre come indirizziamo lo stimolo che cambia la posta in tavola.<\/strong><\/p>\n\n\n\n
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\n\n\n\n

Se sei arrivato fino a qui \u00e8 perch\u00e9 quello che ho detto finora ti ha incuriosito e soprattutto ti interessa MIGLIORARE.<\/p>\n\n\n\n

Correre non \u00e8 semplice.<\/p>\n\n\n\n

Correre significa levarsi al di sopra dei pensieri, esprimere se stessi in un gesto potente e al contempo leggero, agile e liberatorio.<\/p>\n\n\n\n

Per farlo, soprattutto a lungo, servono doti.<\/p>\n\n\n\n

Chi \u00e8 fortunato queste doti le ha innate, e comunque deve lavorare per svilupparle e mantenerle.<\/p>\n\n\n\n

Chi \u00e8 meno fortunato deve impegnare sicuramente pi\u00f9 tempo e fatica per raggiungere picchi di forma sempre pi\u00f9 performanti.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

Saprai certamente che non esistono bacchette magiche, non esistono miracoli che ti permetteranno di diventare un fenomeno se la natura non ti ha donato del talento fisico necessario per esserlo.<\/p>\n\n\n\n

Non esistono medicine che ti possano salvare dai pi\u00f9 comuni infortuni, se la tua testa non agisce di comune accordo e di pari passo col tuo corpo.<\/p>\n\n\n\n

Esistono per\u00f2 un paio di armi di cui sei dotato\/a che possono fare la differenza: la tua intelligenza e la consapevolezza di ci\u00f2 che sei, di ci\u00f2 che stai facendo e di ci\u00f2 che realmente ti occorre per migliorare.<\/p>\n\n\n\n

Il mio compito \u00e8 cercare di farti scoprire da solo il tuo modo, unico, di migliorare.<\/p>\n\n\n\n
\n\n\n\n

E qui entra in gioco il metodo che ho implementato nel corso della mia carriera. Voglio darti il mio personale benvenuto all’interno del METODO ECB nella seconda parte di quest’articolo.<\/p>\n\n\n\n

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